Contemporary Art in Rome |
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Daniela Rebecchi | ||||||
1. In quali circostanze è nato il
tuo desiderio di fare arte?
Ho cominciato a dipingere e disegnare molto presto, a
12-13 anni disegnavo su tutto
quello che trovavo, persino sulle maioliche della cucina, oppure trasformavo
oggetti di casa, appiccicandoci sopra di tutto (ora si chiamerebbero “contaminazioni”,
ma all’epoca, non sapevo nulla di correnti pittoriche ed era pura creatività.
Penso che la necessità di esprimersi attraverso la pittura e l’arte in
genere sia nata dall’impossibilità di esprimere il mio bisogno di libertà.
L’idea creativa intesa come fuga, e come ribellione nei riguardi degli
oggetti e delle abitudini consolidate (appunto gli oggetti di casa o I muri).
Considera
che ho vissuto la mia adolescenza in un periodo storico ancora buio e
permeato dall’autoritarismo dei genitori.
2.Quali temi o stati d’animo
affronti nelle tue opere?
L’espressione artistica, a mio giudizio, non può
nascere, se non da un’afflizione o insofferenza interiore, che viene dal
proprio vissuto e scaturisce anche dal disagio creato
da quanto accade nel mondo, nella società (di storico, politico, sociale,
etc...).
Tutto
questo colpisce e urta contro i propri principi
ed il proprio modo di essere.
Spesso
mi arrabbio per la stupidità umana, l’ignoranza, il medioevo culturale nel
quale stiamo precipitando, e così nascono I temi, sui quali baso le mie
ricerche, e parte della mia espressione artistica.
Ovviamente c’è anche la parte più intima della mia pittura, alcune opere più
istintive ed “orfiche” nelle quali esprimo sensazioni che si riferiscono
alla mia sfera inconscia, oppure legate alla mia vita, ma quelle le tengo
per me.
3. Fare arte per te è pura
necessità; ma lo è per pulsioni inconsce ed emozionali o esigenze della
ragione che si esprimono nel reale? E’
chiaro che la pittura è parte di me, da sempre. E’ il tempo migliore, che
trascorri con te stessa, sei solo tu, davanti alla tua tela, puoi esprimerti
liberamente, nessuno può ingerire nel tuo lavoro, sei veramente libera di
volare.
Dove finisce questo rapporto di simbiosi,
inizia
il “didascalico” e cioè il desiderio di esprimere e di trasmettere agli
altri i propri pensieri o le proprie denunce sociali, non so, la linea di
demarcazione è molto sottile; mi interesso di molte cose, sia in ambito
sociale, che in quello filosofico/sociologico, storico, letterario,
psicologico, etc. etc. leggo molto e quindi continuamente vengo a conoscenza
di fatti e cose e allora comincio a pensare e vengono fuori, come le chiamo
io le “tracce” che forse svilupperò
o
non svilupperò in idee ed opere.
4. Un aspetto peculiare del tua arte sembra essere il controsenso, l'ironia?
quali significati e messaggi vuoi trasmettere al tuo pubblico?
O sicuramente, penso che mettere in ridicolo
certe cose, sia più efficace, che non deprecarle.
A volte il messaggio risulta più incisivo, perché ci ha fatto sorridere. E
così spesso tiro fuori più la parte ironica, sarcastica, e persino blasfema
di certe situazioni, piuttosto che la parte drammatica. La
mia elaborazione mentale procede, probabilmente dall’osservazione di tutto
ciò che stona, che suona come discordanza, che deforma, distorce, e che alla
fine è talmente esagerata da risultare grottesca.
5. Secondo te, l'arte è ancora capace di avere un ruolo di
denuncia o riflessione sul
sociale? Ti
rispondo con un frase famosa:
“È
nel sonno della pubblica coscienza che maturano le dittature”
(Alexis de Tocqueville)
Questa frase rende bene quanto è accaduto nell’ultima
parte del ‘900. Il silenzio degli artisti degli ultimi decenni, la
mercificazione del mondo dell’arte, che ha reso la pittura un bene di largo
consumo o investimento finanziario, ha messo a tacere quello che era lo
spirito fondamentale di denuncia e di ribellione e la
funzione
sociale dell’arte si è quasi completamente persa.
Qualcosa si sta muovendo per restituire loro la voce. Ma certo è una lotta
impari.
6. Sei stata affascinata da un artista o un movimento in particolare?
Non sono appassionata di un artista in particolare.
Adoro Klimt ma anche De Lempicka, e poi c’è Van Gogh
e
sicuramente il futurismo, al di fuori della strumentazione politica che
purtroppo ne è stata fatta: Balla ,Boccioni, De Pero e tanti altri.
7. Cosa pensi dell’arte di oggi? Il
discorso sarebbe lungo, solo alcune osservazioni:
La forma deve ancora esistere, è il modo con il quale
vediamo le cose.
E anche il modo per rendere le cose visibili e
comprensibili agli altri. E se l’arte e la pittura deve avere anche una
funzione sociale, tanto più deve essere fruibile da tutti. Oggi
frequentemente non è così .
Per
quanto riguarda invece lo spazio nel quale si muove oggi l’arte e la pittura
occorrerebbe ridefinire la distinzione fra arte e creatività per evitare che
nelle mostre di pittura finiscano cartelloni pubblicitari, fotografie
elaborate con photoshop etc… Dove finisce la creatività ed inizia l’arte?
Senza nulla togliere a questi “creativi”, per carità, ben venga la
creatività, a volte eccezionale, ma non sempre può essere considerata arte.
Oggi c’è un po’ di confusione. In
Italia, sembra non esserci più pittori, visto che gli spazi museali pubblici
vengono riservati sempre e solo a pittori giapponesi, cinesi, russi…etc... Per
il resto si vedono tante belle cose, ancora tanta qualità, ma fuori dei
circuiti ufficialmente consacrati, nelle piccole gallerie, artisti e
curatori che fortunatamente ancora credono che si possa fare pittura di
qualità, sono piccole nicchie, ma resistono.
8. Parlaci delle tue prossime opere
Al momento sto lavorando su un’altra “città Saprofita”
,
sono
le nostre città
storiche in mano all’edilizia moderna, che
inglobano tutto quello che trovano, stritolano e distruggono le nostre
tradizioni ed i vecchi quartieri in nome della modernità rendendo le nostre
città disumane.
L’altro mio filone sono le “metamorfosi”: ovvero le
mutazioni che la vita moderna possono portare nel fisico umano in una
visione apocalittica, nella
quale il corpo muta conformazione a causa
dell’uso esasperato delle moderne tecnologie, elettrodomestici, automobili
etc.... 9. Per chi volesse seguirti o vedere i tuoi lavori dove può cercarti?
Espongo in permanenza presso la Galleria Rosso Cinabro.
E potete seguirmi anche sul mio sito:
danielarebecchi.it, dove troverete il mio curriculum e altre mie opere.
10. e per conoscerti meglio, se
vuoi ... ecco di seguito il mini questionario proustiano:
Il tratto principale del mio carattere:
Forse la curiosità
Quel che apprezzo di più nei miei amici :
Che mi sopportano!
Il mio principale difetto:
Parlo troppo.
Il mio principale pregio:
Penso di essere abbastanza generosa.
La mia occupazione preferita:
Che
me lo chiedi a fare! Indovina?
Il mio sogno di felicità:
Avere Tempo.
Il Paese dove vorrei vivere:
Un Italia migliore.
Il colore che preferisco:
Il rosso
Quale è la musica che ascolto più spesso:
Mozart, e anni ‘60/70
I tuoi films preferiti, il tuo scrittore preferito:
Non vado spesso al cinema. Camilleri e Saramago, Pamuk, ultimamente sto
leggendo molta saggistica.
Il dono di natura che vorrei avere:
La diplomazia
Come vorrei morire:
Con la speranza di reincarnarmi in
una persona cattivissima!!!!! Hai un motto? La vita è un gioco, e spesso occorre prenderla come tale e giocarsela fino in fondo!
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Scherzi tolemaici olio su tela 30x30
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